\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Nel maggio 1994 Berlusconi formava un governo sostenuto dalle forze del ôpolo delle libertαö. I risultati delle elezioni europee
di giugno confortarono la coalizione di governo (essa ottenne il 49,7% dei voti e in particolare Forza Italia balz≥ dal 21% al 30,6% dei consensi); tuttavia il nuovo esecutivo fu ben presto minato da gravi contrasti interni, resi evidenti quando il mini
stro della Giustizia A. Biondi present≥ (luglio) un decreto che prevedeva forti restrizioni ai poteri di arresto da parte dei giudici e aboliva di fatto la custodia cautelare in carcere per i reati di corruzione e concussione. La netta opposizione della
Lega Nord, che pure aveva inizialmente approvato il testo presentato da Biondi, port≥ alla fine alla bocciatura da parte della Camera del decreto, che aveva riacceso il dibattito sulla delicata questione del conflitto di interessi riguardante il presiden
te del Consiglio. Da tempo, infatti, Berlusconi aveva assunto posizioni sempre pi∙ critiche nei confronti dellÆoperato della magistratura milanese, in particolare dopo il coinvolgimento della Fininvest e di Publitalia in inchieste relative ai reati di fa
lso in bilancio e frode fiscale (marzo).\par
Anche sul piano economico emerse, nel giro di pochi mesi, la fragilitα del governo, che aveva presentato un programma ispirato a un marcato liberismo e teso a perseguire la ripresa produttiva e il risanamento
della finanza pubblica attraverso una drastica riduzione della spesa sociale, una serie di incentivi fiscali alle imprese, unÆampia deregolamentazione del mercato del lavoro e lÆaccelerazione del processo di privatizzazione delle imprese pubbliche. La p
resentazione di una manovra finanziaria che prevedeva 50 mila miliardi tra tagli ed entrate da condoni, il blocco delle assunzioni per sei mesi nel pubblico impiego e delle pensioni di anzianitα (tale questione, su sollecitazione del presidente della Rep
ubblica Scalfaro, fu poi stralciata dalla finanziaria e inserita in un complessivo progetto di riforma del sistema previdenziale) condusse, in autunno, a forti tensioni sociali in tutto il paese e a un inasprimento del clima politico, dovuto anche al mod
o di procedere dellÆesecutivo nei confronti delle opposizioni e delle parti sociali.\par
Dopo la rottura della prassi ormai consolidata che voleva assegnate alla minoranza la presidenza di una delle due camere (presidenti della Camera dei deputati e del
Senato erano stati eletti, rispettivamente, la leghista I. Pivetti e lÆesponente di Forza Italia C. Scognamiglio) e di almeno alcune delle commissioni parlamentari, il governo dimostr≥ una scarsa disponibilitα al dialogo anche nei confronti dei sindacat
i. Di fronte a tale situazione, riprendeva slancio lÆazione delle organizzazioni sindacali e dei partiti della sinistra, impegnati da mesi in un serrato dibattito interno (a giugno S. Cofferati era stato eletto segretario generale della CGIL al posto di
B. Trentin e Occhetto aveva rassegnato le proprie dimissioni, sostituito da M. DÆAlema, giα coordinatore della segreteria e presidente del gruppo parlamentare alla Camera). Mentre Alleanza nazionale e Lega Nord, anche al fine di salvaguardare il consenso
della parte popolare del loro elettorato, dimostravano di non condividere del tutto la radicalitα delle proposte governative, il sindacato, interpretando il diffuso malcontento popolare, proclam≥ per il 14 ottobre uno sciopero generale contro la finanzi
aria, che vide scendere in piazza circa tre milioni di persone.\par
La manifestazione di protesta del 12 novembre a Roma, con la partecipazione di oltre un milione di persone e la proclamazione di un nuovo sciopero generale per il 2 dicembre costrinsero
infine il governo a riprendere le trattative con le parti sociali. LÆaccordo raggiunto il 1░ dicembre con i sindacati (furono cancellate le restrizioni sulle pensioni di anzianitα e si stabil∞ la limitazione del blocco dei trattamenti pensionistici anti
cipati fino al riordino del sistema previdenziale e comunque non oltre il giugno 1995) non risolse per≥ le difficoltα dellÆesecutivo, stretto tra la debolezza della lira sui mercati finanziari e il coinvolgimento di Berlusconi nelle indagini condotte dal
la procura di Milano (nel novembre 1994 il presidente del Consiglio fu raggiunto da un avviso di garanzia per concorso in corruzione, nel quadro di unÆinchiesta dei magistrati milanesi sulla Guardia di Finanza).\par
A decretare la crisi del governo fu l
a Lega Nord, che accus≥ Berlusconi di aver tradito gli accordi iniziali sulle riforme istituzionali in senso federalista, sulla privatizzazione del settore pubblico e sulla liberalizzazione dellÆeconomia (in particolare del settore televisivo).LÆaccordo
sempre pi∙ stretto tra PDS, PPI (guidato dal luglio da R. Buttiglione) e Lega Nord fu il preludio allÆuscita di questÆultima dalla maggioranza e alle dimissioni di Berlusconi (22 dicembre).Nonostante le accuse da questo rivolte alla Lega di aver tradito
la volontα popolare espressa con il voto del marzo 1994 e le richieste di un immediato ricorso alle urne, avanzato soprattutto da Forza Italia, il presidente Scalfaro, ribadita la piena legittimitα del Parlamento, affid≥ lÆincarico di formare un nuovo es
ecutivo a L. Dini, giα ministro del Tesoro nel precedente gabinetto.